Medicina del Respiro
Asma Bronchiale

Asma Allergico e Luogo di Vacanze (i Consigli dello Pneumologo)

In questo articolo, pubblichiamo il testo integrale del video creato dal Dott. Enrico Ballor e pubblicato sul canale YouTube ufficiale di Medicina del Respiro dedicato al tema Asma Allergico e Luogo di Vacanze (i Consigli dello Pneumologo).

Introduzione

Soffri di asma allergico e devi andare in vacanza?

Vediamo insieme alcune cose che è meglio sapere prima di scegliere la meta.

In questo video vedremo insieme, tra le altre cose:

  • Il Dubbio: Meglio al Mare o in Montagna?
  • Le Vacanze Invernali e in Montagna
  • Le Vacanze al Mare

con l’aiuto del Dott. Enrico Ballor, Pneumologo a Torino.

Asma Allergico e Luogo di Vacanze (i Consigli dello Pneumologo)

Partiamo dal video Asma Allergico e Luogo di Vacanze (i Consigli dello Pneumologo) per chi se lo fosse perso.

Trascrizione

Direi che il momento in cui si deve scegliere il luogo dove andare in vacanza rappresenta una delle migliori occasioni per programmare un periodo di meritato riposo o di svago con la propria famiglia o con gli amici, Ognuno propone una meta e, una volta trovata quella più condivisa dal gruppo il gioco è fatto.

Bene! Qualche volta però esistono delle premesse che limitano un po’ questa apparente possibilità di “libera scelta” della meta delle nostre vacanze, intendo con un criterio che tenga conto solo del proprio gusto e dei propri interessi, e queste premesse, alludo a quelle relative a certe condizioni di malattia e allo stato di salute delle persone interessate, queste premesse, dicevo, qualche volta impongono delle scelte che vanno ben oltre la semplice preferenza per una vacanza al mare piuttosto che ai monti.

Ad esempio non solo una permanenza ad alta quota in montagna per un periodo prolungato sarà da scartare nel caso in cui ci si trovi a combattere con una pressione arteriosa elevata, magari difficile da controllare per quanto correttamente trattata con i farmaci, o nel caso in cui una persona sia affetta da insufficienza respiratoria, peggio ancora se il paziente è addirittura in terapia con l’ossigeno, ricordo come in montagna l’aria, per quanto certamente più pulita e non inquinata, contenga una minor quantità di ossigeno! D’accordo?

Si dovrà anche tener necessariamente conto degli allergeni, dei pollini ad esempio, ai quali un asmatico allergico è sensibile, prima di scegliere la meta della nostra vacanza, un allergico che soffra di asma bronchiale difficilmente potrà divertirsi e riposarsi se lo portiamo dove ci sono gli allergeni che gli causano i problemi respiratori, d’accordo?

Faccio un esempio in più per capirci meglio: uno pneumologo che curi un paziente asmatico, allergico ai pollini delle graminacee, le erbacce comuni dei prati, che viva ad esempio in provincia di Torino, cioè a circa 300 metri sul livello del mare, sicuramente sconsiglierà al suo paziente una vacanza nel mese di agosto in una località montana del nord Italia posta ad una quota compresa tra 1000 e 1500 metri, perché in quel periodo, a quella quota, il paziente rischia di riportarsi in contatto con i pollini delle graminacee che non sono più presenti ad agosto alla quota di Torino ma che sono invece presenti in montagna a causa del ritardo dell’impollinazione alle quote più alte! Siamo d’accordo? Molto bene

Quindi raccomanderei ai pazienti che soffrono di asma bronchiale allergico o anche di forme respiratorie allergiche come la rinite allergica, di consultarsi sempre prima con lo specialista pneumologo prima di scegliere il luogo dove andare in vacanza o per lo meno di prestare attenzione ad alcuni consigli.

Quali? Vediamone qualcuno:

Come scegliere il luogo dove andare in vacanza

Allergie e Vacanze in Montagna

Andiamo avanti con l’esempio di prima, se è vero che è poco consigliabile una meta montana nel periodo e alla quota di cui parlavo prima, circa 1000 – 1500 metri, se il paziente asmatico è allergico alle graminacee, è vero invece il contrario per quei pazienti che soffrano di asma allergico agli acari della polvere domestica, Dermatophagoides pteronissimus e il Dermatophagoides farinae, perchè al di sopra dei 1500 metri di cui dicevo prima, nelle nostre montagne, gli acari sopravvivono con grande difficoltà anche per la mancanza di quell’umidità di cui hanno bisogno per vivere e per riprodursi, attenzione che diverso è il caso dell’area tropicale che è più umida, e nella quale gli acari possono sopravvivere anche al di sopra dei 2000 metri! d’accordo?

Quindi al di sotto di questa quota invece, i 1500 metri, i pazienti allergici agli acari rischiano di avere delle crisi respiratorie, accessi asmatici o crisi di starnutazione se hanno la rinite allergica, e questo è più facile che capiti se il paziente soggiorna presso rifugi o baite o malghe, in pratica in ogni soluzione abitativa tipica dei paesaggi montani, gli acari possono essere presenti qualche volta in quantità davvero importante proprio all’interno di oggetti d’arredo imbottiti, di cuscini, di materassi, piumoni da letto, palchetti con interstizi polverosi, e così via! le case d’abitazione abituali sono sicuramente più sicure per gli allergici, per gli allergici con asma, perchè sono case già trattate e pulite in modo adeguato. Quindi, nel caso in cui il paziente allergico agli acari opti lo stesso per una soluzione montana a quota inferiore a quella teorica di sicurezza, quota cosiddetta “acaro-free”, consiglierei di attenersi per lo meno scrupolosamente a quanto ho già consigliato in un mio precedente video.

Andiamo avanti.

Sempre a proposito di montagna, attenzione però anche alle vacanze invernali, quando si va nelle località sciistiche, perchè per gli allergici alla betulla questa scelta potrebbe rappresentare un problema!

Certo! per quanto sia difficilmente immaginabile la presenza di pollini allergenici nel periodo invernale, perché esiste una sorta di falsa credenza che l’impollinazione delle piante appartenga solo nel periodo primaverile, in realtà è proprio nei mesi freddi di gennaio-febbraio che le betulle rilasciano il loro polline, quasi insieme ai noccioli, polline delle betulle che rappresentano uno tra i pollini più sensibilizzanti e più frequentemente responsabili dell’asma allergico di questo periodo, come dicevo insieme al nocciolo.

Alla famiglia delle Betulacee, infatti, non appartiene solo il genere Betula, ma anche il genere Corylus, cioè il nocciolo, che è responsabile, nel periodo di gennaio-marzo, di pollinazione alle quote certamente non elevate delle nostre campagne, quindi, considerata la diffusione nella popolazione della sensibilizzazione allergica alla pianta del nocciolo e oltretutto della serietà dei quadri clinici asmatici e rinitici nei soggetti sensibilizzati a questa pianta da un punto di visto allergologico, consiglierei sempre di tenere ben presente questa informazione prima di avventurarsi in vacanze che prevedano scampagnate in questo periodo nelle zone in cui è presente il nocciolo.

Tornando alla montagna, sconsiglierei anche le quote montane troppo elevate, cioè al di sopra dei 3000-3500 metri, in quanto si è visto come sembra esserci una maggior tendenza dell’asma a scompensarsi clinicamente proprio a queste quote, oltretutto con una minore tolleranza dei pazienti allo sforzo fisico che può tradursi, da un punto di vista pratico, in una maggiore tendenza del paziente asmatico a presentare possibili crisi respiratorie indotte da sforzo, la cosiddetta E.I.A. o exercise induced asthma, cioè asma indotta da esercizio fisico, o asma da sforzo, d’accordo?

Bene, ma c’è ancora altro da sapere, ad esempio, bisogna ricordare che ad una quota superiore ai 1500-2000 metri l’aria che si respira è decisamente fredda, oltretutto, viste le basse temperature l’aria diventa anche particolarmente secca, e questa condizione, aria fredda e secca, specie se mantenuta per più giorni durante un periodo di vacanza, può rappresentare un fattore di scompenso della patologia asmatica da non sottovalutare, perché può rappresentare uno di quegli stimoli fisici aspecifici, cioè che non hanno bisogno, per attivare i bronchi a manifestare un broncospasmo, di una qualche stimolazione specifica, qui specifica è intesa come “allergica”, dicevo uno di quegli stimoli fisici aspecifici che attiva proprio l’iperreattività bronchiale aspecifica che è la base stessa dell’asma!

Quindi, proprio per questo, alle quote più elevate consiglierei l’uso di un umidificatore proprio per attenuare l’eccessiva secchezza dell’aria all’interno dell’abitazione.

Allergie e Vacanze al Mare

Bisogna fare anche molta attenzione, nel caso in cui si scelga di fare una vacanza al mare, a DOVE si decide di andare! cioè in QUALE località marina, e anche al periodo del soggiorno.

Questo perché le località di mare delle coste italiane, ma non solo delle coste italiane, spesso sono habitat naturali ottimali per due tipi di piante, entrambe dotate di una intensa attività allergenica, che frequentemente sensibilizza gli asmatici e i rinitici allergici, e mi riferisco alla parietaria e all’ulivo, due specie entrambe molto presenti lungo le coste della nostra penisola e che sono responsabili di sensibilizzazioni allergiche anche intense e che nei pazienti si esprimono clinicamente con sintomi respiratori spesso importanti.

In linea di massima consiglio sempre di controllare molto bene il calendario pollinico relativo al luogo prescelto prima di decidere dove trascorrere il periodo di vacanza, specie nel caso in cui il paziente sia sensibilizzato alle composite e in modo particolare all’Ambrosia, che tra le composite è sicuramente la maggiore responsabile di forme allergiche respiratorie anche gravi.

La regola della consultazione del calendario pollinico riferito ad un luogo specifico, prima di andare in vacanza, vale ovviamente non in tutti i casi, ma solo nel caso in cui il paziente ovviamente sia allergico ai pollini! OK?

Cosa fare se si manifestano i sintomi asmatici in vacanza?

Nel caso in cui in vacanza dovessero manifestarsi dei sintomi asmatici, o rinitici, o comunque più genericamente dei sintomi respiratori che ricordino in linea di massima una qualunque forma allergica a carico delle vie aeree, anche se non sono presenti i pollini ai quali il paziente è sensibile, intendo determinati con certezza con le prove allergometriche, tenere sempre conto del fatto che, nel corso dei test allergometrici, non tutti gli allergeni presenti in natura vengono testati, d’accordo? e che quindi può esistere sempre la possibilità che, per quanto in un ridottissimo numero di casi, il paziente potrebbe essere sensibilizzato e allergico proprio a pollini allergenici non specificamente testati nel corso dell’esame, magari perchè non presenti nei comuni pannelli diagnostici per allergometria.

In questo caso il consiglio è comunque sempre quello di allontanarsi,, se possibile, dalla zona nella quale si manifestano i sintomi, evitando ovviamente una successiva esposizione per l’anno seguente nello stesso luogo o in località che abbiano le stesse caratteristiche geologiche e botaniche, d’accordo? Bene!

Nel caso in cui poi il paziente soffra ad esempio di forme asmatiche particolarmente gravi, OK? sconsiglierei proprio comunque di avventurarsi in vacanze alla “Indiana Jones”, magari in località sperdute per il mondo, perché? perchè per quanto si sia diligenti nel praticare magari anche correttamente la terapia concordata con lo pneumologo e non ci si scordi di avere con se tutto ciò che serve in caso di una crisi respiratoria acuta, intendo la classica bomboletta di broncodilatatore e del cortisone, il potersi garantire in caso di urgenza la possibilità di raggiungere facilmente una struttura sanitaria non “marziana”, intendo un Pronto Soccorso degno del nome, può facilitare sicuramente quel rapido accesso ad una cura adeguata che, qualche volta, potrebbe anche risultare determinante, ripeto specie nell’urgenza, e che quindi potrebbe essere non solo risolutiva ma addirittura indispensabile! D’accordo? Bene!

Ricordare anche sempre che, proprio perché il momento della vacanza è un periodo in cui spesso si trascorre parecchio tempo della giornata all’aria aperta, la frequentazione di prati e boschi e la possibile attività fisica in questi luoghi potrebbero provocare, ad esempio, proprio per l’iperventilazione che si ha in corso di una qualsiasi attività fisica, dicevo potrebbe più facilmente provocare, precipitare, delle crisi asmatiche che qualche volta potrebbero essere anche di particolare intensità, quindi proprio per questo in vacanza consiglierei agli asmatici di apprestarsi inizialmente con cautela alle varie attività sportive, in luoghi che non sono quelli abitualmente frequentati, ma soprattutto di non dimenticare mai di seguire sempre in modo scrupoloso la terapia concordata con lo pneumologo.

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